Successione legittima: cosa fare e come procedere
Rubrica a cura dell’avvocato Carlo Boetti Villanis-Audifredi
La successione legittima è un aspetto cruciale del diritto ereditario e rappresenta una delle situazioni più comuni, specialmente quando non esiste un testamento. Conoscere i passaggi necessari per gestire correttamente una successione legittima può fare la differenza nell’evitare incomprensioni e tutelare i propri diritti. In questo articolo, approfondiremo le caratteristiche principali di questa forma di successione, dal ruolo dei parenti chiamati all’eredità fino ai casi di indegnità a succedere.
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Cos’è la successione legittima e quando interviene
La successione legittima si verifica quando una persona deceduta (de cuius) non ha lasciato un testamento valido o quando il testamento, per vari motivi, è stato dichiarato nullo o annullato. In questi casi, intervengono le norme di legge per stabilire come e a chi distribuire il patrimonio ereditario.
La legge assegna i beni ai congiunti più stretti seguendo un ordine di priorità ben definito:
- Coniuge e figli: sono i primi beneficiari dell’eredità. La loro quota dipende dalla presenza o meno di altri eredi e dal numero di figli.
- Parenti fino al sesto grado: in assenza di coniuge e figli, la legge estende la successione ad altri parenti, privilegiando quelli più vicini, come genitori, fratelli o zii.
- Stato: se non vi sono parenti entro il sesto grado, l’eredità diventa vacante e viene acquisita dallo Stato. In questo caso, il Tribunale nomina un curatore per gestire il patrimonio e devolvere eventuali attivi allo Stato.
Esempi concreti possono aiutare a comprendere meglio come funziona questa forma di successione. Ad esempio, se il de cuius lascia solo figli, l’intero patrimonio sarà diviso in parti uguali. Se, invece, oltre ai figli è presente anche il coniuge, quest’ultimo riceverà metà dell’eredità se c’è un solo figlio, oppure 1/3 se i figli sono più di uno. La legge cerca quindi di garantire un equilibrio tra i diritti degli eredi.
Divisione dell’eredità tra i parenti
La suddivisione del patrimonio ereditario nella successione legittima segue regole precise stabilite dal codice civile. Ogni situazione familiare comporta una diversa ripartizione, che varia in base al grado di parentela e alla presenza o meno di altri eredi.
Se vi sono figli
I figli ereditano sempre una quota significativa del patrimonio. Quando sono gli unici eredi, la divisione avviene in parti uguali. Ad esempio, due figli riceveranno ciascuno il 50% dell’eredità. Se, invece, è presente anche il coniuge, la quota del coniuge sarà pari alla metà se c’è un solo figlio, mentre nel caso di più figli, il coniuge riceverà 1/3 e i figli divideranno i restanti 2/3 in parti uguali.
In assenza di figli
Se mancano figli, il coniuge eredita insieme ad altri parenti stretti, come i genitori o i fratelli del defunto. In tal caso, il coniuge riceve 2/3 dell’eredità, mentre il restante 1/3 viene suddiviso tra i fratelli o gli ascendenti.
Parenti fino al sesto grado
Quando non vi sono figli, coniuge o ascendenti diretti, la legge individua altri parenti fino al sesto grado, come zii, cugini o altri congiunti più lontani. Tuttavia, il principio guida rimane quello della prossimità: il parente più vicino esclude quelli più lontani.
Chiamati all’eredità ed eredi
Non tutti coloro che hanno un diritto astratto sull’eredità diventano automaticamente eredi. Il diritto ereditario distingue tra chiamati all’eredità ed eredi effettivi. I chiamati all’eredità sono coloro che, per legge o per testamento, hanno diritto a subentrare nel patrimonio del defunto. Si tratta di parenti o altre persone che al momento del decesso del de cuius sono idonei a ereditare.
- Congiunti viventi al momento della morte.
- Concepiti: i figli non ancora nati, ma concepiti entro i 300 giorni dalla morte del defunto.
- Enti giuridici: associazioni o fondazioni, solo se previste da un testamento valido.
Per diventare eredi, i chiamati devono accettare l’eredità, esplicitamente o implicitamente. L’accettazione comporta l’acquisizione sia dei beni che degli eventuali debiti del defunto. È quindi essenziale valutare con attenzione la situazione patrimoniale prima di accettare.
L’indegnità a succedere
La legge stabilisce che i soggetti responsabili di atti particolarmente gravi nei confronti del de cuius o dei suoi congiunti possano essere dichiarati indegni a succedere. Tra i casi tipici rientrano, ad esempio, l’omicidio o il tentato omicidio del de cuius o dei suoi congiunti, altri reati puniti con pene analoghe a quelle previste per l’omicidio, denunce calunniose contro il de cuius, la circonvenzione testamentaria a suo danno, nonché l’occultamento, la distruzione del testamento o la formazione e l’utilizzo di un testamento falso. In tali circostanze, tuttavia, il testatore può consentire all’indegno di succedere, dichiarandolo espressamente nel testamento.
Gestire una successione legittima può risultare complesso, soprattutto in situazioni familiari articolate o in presenza di questioni legali da risolvere. Lo Studio Legale Boetti Villanis-Audifredi offre un servizio di consulenza ereditaria per fornire assistenza professionale in tutte le fasi del processo successorio, garantendo un approccio tecnico e rigoroso.
Per maggiori informazioni o per fissare un appuntamento, è possibile contattare lo Studio e ricevere una valutazione preliminare.
***Articolo originale sul sito dello studio legale Boetti Villanis-Audifredi – pubblichiam