Successione: cosa devono fare gli eredi
Rubrica a cura dell’avvocato Carlo Boetti Villanis-Audifredi
Alla morte di una persona, gli eredi devono affrontare una serie di procedure legali e burocratiche per entrare in possesso del patrimonio lasciato dal defunto. È essenziale comprendere se si applicano le regole della successione legittima o quelle della successione testamentaria e quali passi intraprendere per regolarizzare la propria posizione.
Lo Studio Legale Boetti Villanis-Audifredi declina ogni responsabilità per un utilizzo improprio delle informazioni qui riportate da parte di eventuali fruitori privi della necessaria consapevolezza e competenza tecnica.
La pubblicazione del testamento
Il primo passo da compiere è verificare se esista un testamento. Se presente, questo documento determina le modalità di distribuzione del patrimonio; per la parte e per i beni di cui non dispone si applicano le regole della successione legittima.
In caso di testamento olografo, ovvero scritto a mano dal defunto, sarà necessario procedere alla pubblicazione presso un Notaio, che redigerà un verbale. Se invece il testamento è pubblico, sarà reperibile presso il Notaio che lo ha ricevuto o presso l’Archivio Notarile. Questo passaggio è essenziale per consentire agli eredi di procedere con i successivi adempimenti legati alla successione.
Denuncia di successione: obblighi e tempistiche per gli eredi
Entro un anno dalla morte del defunto, gli eredi devono presentare la denuncia di successione, un adempimento che richiede grande attenzione e, preferibilmente, il supporto di un professionista, in genere un Notaio qualificato.
La denuncia serve a comunicare all’Agenzia delle Entrate i beni e i diritti compresi nel patrimonio ereditario, come immobili, conti correnti, investimenti o beni mobili. Sono esclusi, invece, i contratti di assicurazione sulla vita, che non rientrano nella massa ereditaria.
Con la denuncia, si procede inoltre al pagamento delle imposte dovute e all’intestazione degli eventuali immobili in capo agli eredi. Questo adempimento, con l’accettazione, segna il passaggio effettivo del patrimonio dal defunto agli eredi.
Imposte di successione: le regole per gli eredi
Le imposte di successione variano in base al grado di parentela con il defunto, al valore del patrimonio ereditario e ad alcune condizioni particolari. Ecco le aliquote principali:
- Coniuge e parenti in linea retta: 4% sulla parte eccedente 1.000.000 € per ciascun erede.
- Fratelli e sorelle: 6% sulla parte eccedente 100.000 €.
- Altri parenti e soggetti: 6% o 8%, a seconda del grado di parentela o dell’assenza di legami familiari.
- Portatori di handicap grave: esenzione fino a 1.500.000 €.
La corretta liquidazione delle imposte viene calcolata dall’Agenzia delle Entrate dopo la presentazione della denuncia di successione.
Accettazione dell’eredità: espressa o tacita
L’accettazione dell’eredità è il passaggio formale con cui i chiamati all’eredità diventano effettivamente eredi. Questo avviene attraverso un atto formale (accettazione espressa) o comportamenti che implicano l’accettazione (accettazione tacita).
Nel primo caso, l’erede presenta una dichiarazione esplicita presso un Notaio o il Tribunale. Nel secondo, l’accettazione può avvenire automaticamente, ad esempio, utilizzando o compiendo atti di disposizione dei beni ereditari o non effettuando l’inventario entro tre mesi dal decesso del de cuius.
È fondamentale sapere che l’accettazione comporta la confusione tra il patrimonio ereditario e quello personale dell’erede, inclusi eventuali debiti del defunto, per cui con l’accettazione l’erede risponde degli eventuali debiti ereditari anche con il proprio patrimonio personale.
Accettazione con beneficio di inventario
L’accettazione con beneficio di inventario rappresenta un’opzione prudenziale per gli eredi che vogliono evitare di rispondere con il proprio patrimonio dei debiti ereditari. Con questa modalità, il patrimonio del defunto resta separato da quello dell’erede, che sarà responsabile solo entro il valore dell’attivo ereditario.
Questa forma di accettazione è obbligatoria in alcuni casi, come per i minori, gli interdetti o le persone giuridiche, e richiede l’autorizzazione del Giudice tutelare. È una scelta particolarmente utile se si sospetta che il patrimonio ereditario includa passività rilevanti.
Rinuncia all’eredità: quando e come procedere
Quando il patrimonio ereditario è gravato da debiti superiori agli asset lasciati dal defunto, può essere necessario rinunciare all’eredità per evitare di assumersi la responsabilità delle passività anche con i propri beni. Questo atto deve essere totale e formalizzato davanti a un notaio o al cancelliere del Tribunale competente. Deve avvenire entro 10 anni dall’apertura della successione. Tuttavia, se l’erede è in possesso dei beni e non ha redatto l’inventario entro tre mesi dalla morte del de cuius, sarà considerato “erede puro e semplice”, assumendo la responsabilità anche per i debiti.
Gli effetti della rinuncia sono retroattivi, escludendo l’erede dal diritto su qualsiasi bene o diritto ereditario. Se nessuno accetta l’eredità, si apre l’istituto dell’eredità giacente, con la nomina di un curatore da parte del Tribunale per gestire e liquidare il patrimonio, devolvendo l’attivo eventualmente risultante allo Stato.
Gestire una successione può essere complesso e richiede competenze legali e fiscali. Lo Studio Legale Boetti Villanis-Audifredi offre un servizio di consulenza ereditaria per assistere il cliente in ogni fase del processo, dalla verifica del testamento alla dichiarazione di successione e agli eventuali adempimenti fiscali. Per fissare un appuntamento e ricevere supporto da avvocati esperti in materia successoria, invitiamo a contattare lo Studio.
***Pubblichiamo in accordo con l’autore avvocato Carlo Boetti Villanis-Audifredi. L’articolo originale è pubblicato sul sito ufficiale dello studio Boetti Villanis-Audifredi ed è raggiungibile al seguente link: https://www.boetti-villanis.it/successione/successione-cosa-devono-fare-eredi/