Serbia 2025: un’altra dimostrazione dei paradossi di Zenone
Di Lucaa del Negro
(La realtà è costruita da una Organizzazione unica in Europa)
Decifrare quanto accade in Serbia, Repubblica ex Jugoslava che custodisce Belgrado, città baluardo della cristianità inviolata, ex capitale dei Paesi non allineati che osarono porsi al mondo rifiutando lo schieramento statunitense capitalista e quello comunista di stampo sovietico attraverso il progredire dello studio del socialismo prammatico, non è solamente complicato ma, potrebbe (oggidì) pure essere impossibile smarcando il lavoro di studio da qualsiasi intesa -aperta o sotto mentite spoglie- ideologica, politica ed economica.
Ricordare che i temi in discussione in quegli anni proposti e sospinti dal Maresciallo Tito e seguiti da 46 Paesi (Conferenza di Cairo, Egitto, 1964) spaziarono tra il conflitto arabo-israeliano, colonialismo, neocolonialismo e imperialismo è d’uopo ma -repetita iuvant- la difficoltà di esposizione senza lacci e lacciuoli è oltremisura difficile quando quello Stato imploso negli anni ’90 è portato in discussione.
Il perché -questa è la prima questione che potreste vedere dipanata nel saggio di prossima pubblicazione intitolato: “Capitalismo e acqua minerale.Spiccia analisi dell’espansione del fenomeno occidentale tra le macerie dell’Europa nei Balcani post-socialisti con il sapore sloveno in bocca. (Balkanische Reise)” e che cerca sostegno anche da queste pagine -> QUI laddove un inedita disponibilità per un Vostro contributo gratuito da pubblicare è a disposizione- si cela nel sottotitolo di questo articolo:
la regia in Europa dal dopoguerra è a cura degli Stati Uniti d’America e, il nemico Cina continua imperterrito ad avanzare insieme alla rediviva “coalizione Russia”, la quale sembrerebbe aver innestato nell’economia capitalista e consumista della finanza egemone un ordigno stratosferico che si chiama BRICS.
Semplificando, e di molto per questa scrittura ricordando che un altro excursus per gli Scomunicati lo trovate QUI (“Terza Guerra Mondiale: il conto infine è alla rovescia“) come non scorgere che “i ponti cinesi” -leggi di infrastrutture- già sono ben visibili in Africa si stanno delineando nell’iniziativa di investimento della Belt and Road (La Belt and Road Initiative –BRI o B&R– nota in Cina come One Belt One Road e talvolta indicata come New Silk Road, è una strategia di sviluppo infrastrutturale globale adottata dal governo della Repubblica Popolare Cinese nel 2013 per investire in più di 150 paesi e organizzazioni internazionali) già in fase di modernizzazione della linea Belgrado-Novi Sad-Budapest anche con un percorso ferroviario ininterrotto da Atene a Budapest, passando per Skopje, per collegare tutte queste capitali al porto del Pireo -di proprietà cinese- alla periferia della capitale greca?

La Serbia di Vučić anni luce distante dall’Italia della Meloni esecutrice quest’ultima dell’ordine Israelo-Yankee di stracciare gli accordi sopra menzionati e già firmati per Trieste, giovane Paese fermo e legato a filo doppio con la Russia e con gli stabilimenti automobilistici europei in forte espansione (automobile ≠ e = carrarmato), dopo il veto all’Europa di estrarre il litio, piange certamente i 15 morti caduti sotto una pensilina malamente ristrutturata a Novi Sad, ma non contiene cittadini influenzabili e non intende di capro espiatorio, men che meno quando è Bruxelles che alimenta questo fare, quella Comunità Europea che nel ’99 gli sganciò le bombe in piazza. (Il fonte ucraino ormai problematico addirittura da illustrare, sicuramente, ha una opzione tra le altre a disposizione perché si chiuda, e quella del conflitto religioso già sfruttata in queste Lande non sembra più disponibile…)
Il “cannone sonoro”, “i movimenti giovanili”, “la corruzione”, “le rivoluzioni colorate”, “Nikola Jokić” (superstar NBA), “Novak Djokovic” (leggenda del tennis), nelle verità da appurare, nella trascurabile esaltazione mediatico-sportiva, nell’importanza e peso dovesse premere la società serba verso un moto europeista sono chiaramente visibili, ma per quel che si può desumere, in questo momento (storico), non ci sono insegne da offrire, e osservando meglio, l’unica e sempre presente bandiera che si staglia e viene issata quotidianamente, è quella composta da uno dei tricolori panslavi.
[Foto di copertina: da “photoGRAPHx”]
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