Olimpiadi 2024 e salute pubblica: la coerenza gettata nel cesso
Editoriale del Presidente di NoiNazione – Emilia Urso Anfuso
Sono molti i lettori a conoscenza del fatto che la mia inchiesta sulla pandemia è stata la prima a essere realizzata a livello nazionale.
Si tratta di una lunga inchiesta pubblicata a puntate, decine di puntate, che si trovano pubblicate tutte alla sezione Inchieste (cliccando sulla parola Inchieste si accede alla sezione). La prima puntata fu pubblicata il 20 Marzo del 2020 e ciò che mi fece scattare alcuni dubbi fu la prima “zona rossa” che era stata identificata nel Nord Italia.
Rammentai che proprio in quel territorio, da anni si perpetrava uno scandalo legato a un certo impianto di depurazione delle acque. Un impianto oggetto di denunce e di diverse manifestazioni dei cittadini che vivono da quelle parti, a causa del fatto che l’impianto non fa il suo mestiere perché nel corso degli anni non si è proceduto alla sua manutenzione.
Pensai, quindi, al fatto che le acque reflue potessero essere una fonte di diffusione di virus se un impianto di depurazione non depura. Siamo ciò che mangiamo e ciò che mangiamo spesso nasce dalla terra…
Insomma, partii da questa serie di riflessioni la mia inchiesta sulla pandemia e da quel momento, non mi fermai un solo giorno per verificare dati, confrontare dati e dichiarazioni pubbliche, analizzare tutto ciò che stava accadendo, studiare Dpcm, parlare con le forze dell’Ordine, con farmacologi, ricercatori e con medici di ogni settore. Cercai, e trovai, documenti originali nazionali e internazionali e li resi pubblici in tempi non sospetti, nel senso che ciò che ORA viene reso pubblico lo resi noto a partire dal 2020.
Chiarito questo punto, voglio far riflettere su quanto sta accadendo alle Olimpiadi2024 in tema di “salute collettiva”: un merdaio. Non mi scuso per il termine che ho scelto di utilizzare, in quanto è l’unico appropriato e comunque merda è termine della lingua italiana, contenuto nei dizionari in uso.
In queste ore le cronache ci riportano notizie assurde per ciò che riguarda il fatto che diversi atleti sono stati costretti a nuotare nelle acque non esattamente cristalline della Senna. Inutili, da quanto si apprende, le eventuali “opere di bonifica delle acque” in quanto i risultati di queste bonifiche sono atleti che si ammalano e alcuni addirittura ricoverati.
I dati e le informazioni su quanto sta accedendo, di sconcertane, si trovano in rete e cliccando sul seguente link si può accedere a una delle notizie di queste ore pubblicata sull’agenzia AGI: https://www.agi.it/sport/news/2024-08-05/senna-inquinata-altri-due-atleti-svizzeri-malati-27378320/
Per chi desidera conservare copia della notizia la metto anche in formato .Pdf
A questo punto, mi corre l’obbligo di far notare – da oggi e per gli anni a venire – che ciò che sta accadendo cancella, di fatto, le pretese di obblighi e restrizioni derivanti – a livello quasi mondiale – da misure derivanti da una non meglio chiarita “volontà di tutelare la salute pubblica internazionale contro il virus SarsCov2”.
Se le intenzioni di chi decide e regola ogni aspetto della vita umana – il settore della politica internazionale – erano di testare le reazioni del cittadino medio di fronte a un così palese attacco contro la dignità, ma soprattutto, contro la salute collettiva, possiamo affermare che questo tipo di esperimento è almeno bizzarro.
Di fatto, però, noto contemporaneamente i comportamenti – mi riferisco sia sui social sia nel quotidiano reale – di individui che, a fronte di notizie allarmanti su un eventuale innalzamento dei casi di Covid, indossano nuovamente le mascherine e attendono fiduciosi la loro prossima dose.
Sia chiara una cosa: mai stata contro la ricerca scientifica e farmacologica, anzi. Mai stata e mai sarò contro quei vaccini che, dopo esser stati testati per lungo tempo – fino a 10 anni come decreta ancor oggi l’Istituto Superiore di Sanità e altri organismi internazionali, rappresentano la salvezza contro le malattie per cui sono stati sviluppati.
Sono però contro ogni genere di abuso, soprattutto della pazienza umana, a meno che un giorno qualcuno possa addirittura inventare che l’Escherichia Coli è un batterio “buono” e che NON si trasmette di persona in persona per contatto oro-fecale, possiamo confermare che i mezzi utilizzati per circa 3 anni per obbligare tutti o quasi a sottoporsi a imposizioni e restrizioni di ogni sorta, sono stati letteralmente gettati nel cesso…Ops, nella Senna.
Qui sotto il Post che ho scritto oggi su X: si chiama semplicemente COERENZA.
***Immagine di copertina presa da questo video pubblicato su YouTube