Gaza: l’Onu chiede 7 giorni di tregua per vaccinare i bambini contro la Polio ma non esercita il suo potere per chiedere la pace
Di Emilia Urso Anfuso – Fondatrice e presidente di NoiNazione
Per comprendere la gravità di quanto sta accadendo in merito a questa richiesta dell’ONU di fermare il conflitto tra Israele e Palestina per 7 giorni, al fine di procedere con una campagna vaccinale contro la polio, è bene comprendere e rammentare gli scopi fondanti dell’Oganizzazione delle Nazioni Unite che copio e incollo dall’ organismo Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (UNRIC):
“Le Nazioni Unite sono state fondate il 24 Ottobre 1945 da 51 nazioni impegnate a preservare la pace e la sicurezza collettiva grazie alla cooperazione internazionale. Oggi, praticamente, fa parte dell’ONU ogni nazione del pianeta; in totale, 193 Paesi.
Quando uno Stato diviene Membro delle Nazioni Unite, esso stabilisce di accettare gli obblighi dello Statuto ONU, un trattato internazionale che fissa i principi fondamentali delle relazioni internazionali. Secondo quanto disposto dallo Statuto, l’ONU svolge quattro funzioni: mantenere la pace e la sicurezza internazionali, sviluppare relazioni amichevoli fra le nazioni, cooperare nella risoluzione dei problemi internazionali e nella promozione del rispetto per i diritti umani, rappresentare un centro per l’armonizzazione delle diverse iniziative nazionali.”
Fondamentalmente, quindi, l’ONU è stata costituita per preservare la PACE, garantire la sicurezza internazionale, sviluppare rapporti amichevoli tra le varie nazioni e cooperare alla risoluzione dei problemi internazionale e nel rispetto dei diritti umani.
In queste ore, la notizia che ci rende edotti del fatto che l’ONU abbia chiesto una tregua di 7 giorni per consentire la vaccinazione di massa ai bambini di Gaza, sta infiammando gli animi di molti e sui social possiamo prendere atto dello sconforto che attanaglia gli individui.
Parliamoci chiaro: è prioritario vaccinare in massa i bambini di Gaza contro la Poliomielite, a causa del fatto che un caso di Polio sarebbe emerso a metà agosto di quest’anno, o sarebbe il caso che le organizzazioni che si occupano di preservare la pace nel mondo si occupassero di strategie utili al cessate il fuoco definitivo?
So perfettamente che la situazione nella striscia di Gaza non solo è difficile ma lo è da tempo immemore.
Non pretendo, quindi, che negoziati che durano ormai da troppo tempo e che mai giungono alla soluzione che tutti ameremmo conquistare, la pace, non sono di facile svolgimento, ma apprendere la notizia di una richiesta del cessate il fuoco per una settimana, con lo scopo principale di vaccinare circa 640.000 minori contro la Polio, con il sostegno dell’Unicef, scritto così appare almeno inquietante e mi affretto a spiegare perché…
Quanti bambini sono morti a Gaza (NON a causa della Polio)
Per comprendere bene la situazione, è necessario basarsi sui dati, in questo caso quelli, terribili, del numero dei morti di bambini a Gaza dallo scoppio del conflitto del 7 Ottobre.
L’immagine precedente è relativa a una delle notizie di cronaca che fanno emergere il dato e che parlano di circa 15.000 bambini morti a causa del conflitto, non della Poliomielite o di altre patologie, oltre a circa 17.000 bambini rimasti orfani sempre a causa della guerra in atto.
Al link di seguito la notizia pubblicata su Ansa:
Pfizer e il contenzioso di Kano
Kano è uno stato della Nigeria, tristemente famoso per quello che è denominato contenzioso di Kano e che vede protagonista la ormai nota casa farmaceutica Pfizer.
Non so quanti lettori sono al corrente di questa grave vicenda che risale agli anni ’90 e che trova la Pfizer sul banco degli imputati a causa degli effetti avversi causati ai bambini dopo l’inoculazione, non autorizzato, di un farmaco sperimentale contro la Meningite, il Trovan.
Ripropongo di seguito una trasmissione che fu trasmessa su Rai2 sul contenzioso di Kano:
Per chiarire meglio la situazione, riporto un passaggio dei fatti che furono riportati dalla stampa italiana nel periodo di riferimento
“A Kano, nel nord della Nigeria, i medici della Pfizer, una delle case farmaceutiche più grandi del mondo, si offrirono, nell’ambito di un programma d’emergenza lanciato dall’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) di curare circa duecento bambini, metà con il nuovo farmaco Trovan, e metà con il miglior farmaco contro la meningite sul mercato al tempo, il Ceftriaxone. Durante il trattamento morirono cinque bambini sotto cura di Trovan (mentre molti altri rimasero vittima di cecità, malformazioni e paralisi) e sei sotto cura di Ceftriaxone. Secondo i medici dell’azienda fu un buon risultato. Il Trovan è stato poi commercializzato per gli adulti europei nel 1998 e in seguito ritirato dal mercato per l’alta tossicità epatica”
Il link alla fonte: https://www.ilpost.it/2011/08/12/la-casa-farmaceutica-pfizer-e-stata-condannata-a-risarcire-le-vittime-del-trovan/
Pfizer fu costretta a risarcire le famiglie vittime della sperimentazione, ognuna delle quali ricevette 175.000 dollari presi da un fondo pari a 35 milioni di dollari che la Pfizer accettò di creare in accordo con lo stato di Kano.
Il contenzioso di Kano rappresenta il risarcimento più importante che una casa farmaceutica sia mai stata condannata a pagare.
Ho riportato il caso del contenzioso di Kano affinché non si perda il senso di ciò che si arriva a fare pur di ottenere enormi bacini di sperimentazione sugli esseri umani per la commercializzazione di nuovi farmaci.
Ciò che accadde a Kano è il motivo del fallimento delle campagne vaccinali contro la Poliomielite promosse dall’ OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – in Nigeria, la nazione più colpita al mondo da questa malattia.
Conclusioni
Viviamo in un periodo storico non facile, stiamo prendendo atto – necessariamente – di cambiamenti epocali nelle strategie geopolitiche che hanno, a cascata, effetti sull’umanità.
Dal clima ai virus, passando per conflitti che potrebbero essere fermati attraverso la diplomazia, evidentemente messa nell’angolo dalla priorità di esaltare la guerra come mezzo di alienazione dei diritti umani a ogni latitudine, se è pur vero che poco o nulla può fare l’uomo comune, almeno una può e deve farla: non perdere la lucidità.
Restare lucidi e seguire con attenzione ciò che accade è una forma di lotta, che combattuta in tanti, non permette la diffusione di false informazioni, di situazioni aberranti e di condizioni contrarie alla democrazia.
Buona riflessione a tutti.