Per troppi anni il popolo italiano ha creduto che la scelta migliore fosse non scegliere, o meglio, non partecipare attivamente alle decisioni della nazione. Si è preferito delegare ad altri, ai partiti politici, ai movimenti che nascono e muoiono in breve tempo. Così facendo, col passare del tempo la responsabilità della vita di ogni singolo cittadino è stata ceduta totalmente nelle mani di altri, di estranei che – essendo componenti dei partiti e facenti parte del sistema istituzionale nazionale – essendo lasciati liberi di decidere su ogni ambito dell’esistenza umana, hanno goduto del potere dato loro dalla delega collettiva.
Nulla di male, perché se è il popolo a scegliere, la politica ha minori colpe: non si può lasciare tutto in mano ad altri, e poi lamentarsi della gestione del tutto, se non si verifica mai, oltretutto, come si portano avanti le cose.
Se il popolo non partecipa, se il popolo continua a delegare, se il popolo – sopratutto – non controlla cosa viene fatto, come e perchè, ecco che si crea il problema: a furia di delegare, non partecipare e non controllare, si perde il controllo e viene negata la partecipazione attiva.
LA BUONA NOTIZIA: non è mai troppo tardi per partecipare. Non è mai troppo tardi per tornare a riprendere in mano la situazione.
LA DOMANDA DA PORSI: continuare a vivere senza partecipare è l’unica alternativa possibile?
LA RISPOSTA: No, è la soluzione che la maggior parte della popolazione italiana sceglie da molti anni. Il motivo? Scarsa informazione sui diritti civili, scarsa conoscenza di molte tematiche. La conseguenza diretta di ignorare le cose fondamentali, si trasforma in lassismo, in carenza di volontà a partecipare attivamente.